Il complesso dei mercati meridionali di Aquileia rappresenta un unicum per la tarda età imperiale: nel V secolo d.C. ormai le attività di carico/scarico delle merci e la loro commercializzazione si erano spostate dal complesso del Porto Fluviale verso la parte meridionale di Aquileia, quella oggi compresa nel Fondo Pasqualis.

Le tre aree lastricate oggi visibili, riconosciute come piazze di mercato, narrano di un’area pulsante di vita, in cui si veniva per fare acquisti e per socializzare, come ci suggeriscono le tavole da gioco (tabulae lusoriae) incise nei cordoli di una delle piazze.

I mercati erano strettamente collegati ad un enorme magazzino che si trovava immediatamente a nord di essi, adiacente al primo complesso episcopale cristiano costruito dal vescovo Teodoro. Il magazzino, rappresentato da eruditi locali, fu demolito nel corso del Settecento: le sue arcate cieche erano alte 20 metri e la corte centrale era circondata da strutture in muratura o semplici porticati in legno dove i mercanti esponevano le loro merci. Verso sud l’area commerciale era strettamente connessa con il vicino corso del Natiso, come testimoniano le aperture riscontrate sulle mura di cinta, funzionali alle attività di approdo e di trasporto delle merci. 

• Strutture dei mercati: sono attualmente visibili tre strutture interpretate come piazze di mercato, di cui una portata alla luce nei recentissimi scavi del 2020. La più orientale si articola intorno ad un’area scoperta, dotata di un pozzo e di canalette di raccolta dell’acqua nella parte settentrionale. I blocchi quadrati con fori passanti che la delimitano erano probabilmente destinati a reggere dei sostegni lignei per una copertura, a protezione degli spazi di vendita. Quella centrale, analogamente costruita intorno ad un cortile centrale, rivela la presenza su ogni lato di porticati, alle spalle dei quali si dovevano inserire le varie botteghe. In una di queste furono rinvenute, interrate, una trentina di anfore: al momento della scoperta esse contenevano ancora chicchi di grano semicombusti.

La terza piazza portata alla luce, la più occidentale, è pavimentata in calcare di Aurisina ed era anch’essa circondata da portici. Qui è stato rinvenuto un solido d’oro dell’imperatore Leone I (457-474), l’unico noto ad Aquileia fino ad oggi, che testimonia come la vita commerciale dell’area non fosse stata pregiudicata dalle distruzioni degli Unni di Attila nel 452. La piazza si presenta spaccata intenzionalmente al centro da un taglio a semiluna, probabile alloggiamento di una palizzata lignea di un villaggio altomedievale, che ci suggerisce nuove fasi di vita dell’area ancora da scoprire.

• Mura: la doppia linea di mura difensive visibile nel fondo Pasqualis appartiene ad una fase avanzata dell’età imperiale (IV secolo d.C.), quando la città fu dotata di una nuova cinta che in questo punto seguiva l’andamento del fiume Natiso. La linea più interna, spessa tre metri, è costruita con abbondante materiale di riutilizzo, proveniente dalla demolizione di edifici in altre parti della città. Ad essa si collegava, sul lato interno, una torre rettangolare, non aggettante, che è stata ricoperta dopo gli scavi.
La linea più esterna, di larghezza inferiore, costituì probabilmente un potenziamento del tratto retrostante, in funzione di antemurale, e fu aggiunto verosimilmente in pieno V secolo.Il sistema difensivo era anche funzionale all’approdo delle chiatte fluviali e al commercio: un sistema di apprestamenti spondali, di rampe e passaggi strutturati fra le due linee di mura di cinta tardoantiche consentivano l’approdo delle imbarcazioni e la consegna diretta della merce alle piazze di vendita.

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