Il Comitato Internazionale del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, riunitosi a Parigi nello scorso mese di luglio, ha approvato la proposta di allargamento della zona cuscinetto (Buffer Zone) del sito di Aquileia.
La comunicazione ufficiale è giunta alla Fondazione Aquileia dalla Direzione Generale Affari Europei e Internazionali del Ministero della Cultura, afferente al Dipartimento per l’Amministrazione Generale.
Si conclude così in maniera positiva l’iter avviato lo scorso mese di gennaio dalla Fondazione Aquileia, in quanto ente gestore del sito UNESCO per conto del Comune di Aquileia, per l’ampliamento della zona di protezione intorno al sito iscritto nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (Core Zone), con una procedura di modifica minore del perimetro (in termine tecnico Minor Boundary Modification). Nella decisione che approva la variazione, il Comitato Internazionale “ritiene che la proposta di estensione della zona buffer contribuisce a mantenere il Valore Eccezionale Universale dei beni Patrimonio dell’Umanità e migliorerà la sua integrità e protezione”.
Il presidente della Fondazione Aquileia, Roberto Corciulo: “Accogliamo con grande soddisfazione l’approvazione della modifica del perimetro della zona cuscinetto a protezione della Core Zone di Aquileia, frutto di un lavoro sinergico tra Fondazione Aquileia, Comune di Aquileia e Ministero della Cultura, con il supporto tecnico di Fondazione Links di Torino. Questo era uno degli obiettivi prioritari del nuovo Piano di gestione, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Aquileia il 24 aprile 2024. Il nuovo perimetro di protezione abbraccia un’ampia zona a ovest dell’antica città. Vi sono inclusi anche i fondi interessati dal progetto di un campo fotovoltaico di ben 21 ettari in località San Zili - Casa Bianca, per il quale il Ministero della Cultura ha prontamente presentato un’opposizione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che la sta valutando attentamente. La decisione del Comitato Internazionale sancisce un principio fondamentale per un sito UNESCO come Aquileia: le esigenze, pur comprensibili, della transizione energetica non devono confliggere con quelle della conservazione di un sito Patrimonio dell’Umanità, che tutti siamo tenuti a rispettare, tutelare e trasmettere intatto alle future generazioni”.
Come si ricorderà, la proposta progettuale di una campo fotovoltaico di San Zili, di potenza nominale di 9989 KWp, era stata oggetto a inizio d’anno di una netta presa di posizione da parte della Soprintendenza, del Comune di Aquileia e della Fondazione, a causa della prossimità alla città antica, della sovrapposizione all’antico tracciato della via romana diretta a Trieste e dell’impatto che le opere di collegamento alla centrale di Belvedere, oltre a quelle per la realizzazione dell’impianto, avrebbero avuto sul patrimonio archeologico. Dopo provvedimento favorevole al progetto della Conferenza dei Servizi indetta dalla Direzione Regionale Difesa dell’Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile, la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MiC aveva predisposto la richiesta di opposizione al provvedimento positivo, subito accolta dal Ministro Giuli e prontamente inoltrata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il direttore della Fondazione Aquileia, Cristiano Tiussi, evidenzia l’entità dell’ampliamento della zona buffer: “Il Comitato Internazionale ha accolto favorevolmente la nostra proposta di ridisegnare i limiti della zona buffer allargandola nella zona orientale, seguendo da un lato il confine comunale e dall’altro i corsi d’acqua e altri limiti naturali ben definiti. Con questa modifica, la zona buffer del sito UNESCO di Aquileia passa da 245 a 391 ettari, determinando quindi, anche sul lato orientale, una migliore e più efficace azione di protezione della Core Zone”.
Il Sindaco, Emanuele Zorino: “Apprese le novità contenute nel piano europeo sulla transizione energetica, abbiamo condiviso immediatamente, nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Aquileia, l’urgenza di ampliare la zona di tutela della buffer zone, avendo compreso da subito i rischi concreti che il decreto energia del 2022 poteva rappresentare per il nostro territorio. L’accelerazione di questi processi, anche alla luce del dibattito sul Green Deal, ci ha spinto a trasformare quella consapevolezza in un’azione concreta, volta a proteggere i nostri beni più preziosi. Oggi questo risultato, frutto di un lavoro intenso e sinergico tra Fondazione Aquileia, Comune, Ministero della Cultura, Soprintendenza e tutti coloro che hanno a cuore Aquileia, dimostra quanto forte sia la maturità della nostra comunità nel riconoscere il valore universale del proprio patrimonio.
L’ampliamento della buffer zone non è soltanto una misura tecnica: è il segno di una comunità che ha raggiunto una maggiore consapevolezza e sente di dover difendere e trasmettere integra la propria eredità culturale alle generazioni future. È una scelta che unisce identità e lungimiranza, fondata sul legame profondo con la nostra storia e sulla qualità della vita delle persone, per i cittadini di Aquileia e per tutti coloro che nel mondo amano, sono e saranno connessi alla nostra città.”
La Soprintendenza, nella persona dei funzionari delegati Paola Ventura e Melissa Ricetti, condivide convintamente l'apprezzamento per la decisione del Comitato Internazionale del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO di approvare l’allargamento della zona cuscinetto del sito di Aquileia, anche nella prospettiva della tutela. Si sottolinea infatti che “la costante azione nel contemperare le esigenze della trasformazione del territorio con quelle della conservazione e fruizione del patrimonio deve sempre essere letta in maniera dinamica, come appare in un altro recente caso – con esiti decisamente positivi - che ha riguardato un'area anch'essa ora inglobata nell'ampliamento della buffer zone. Il progetto di un'infrastruttura di basso impatto e pienamente integrata in una valorizzazione sostenibile della città antica, quale è l'ampliamento della rete ciclabile nella zona di Monastero, ha dato avvio alla prescritta verifica archeologica preventiva: le indagini hanno portato alla scoperta di un importante ed articolato contesto di evidenze abitative, produttive e funerarie (databili fra I e V secolo d.C.), oggetto di indagini accurate, portate a termine senza pregiudizio per la realizzazione dell'opera. Si è pertanto da un lato ampliata la nostra conoscenza di questo settore del suburbio, ed in parallelo provveduto alla dichiarazione dell'interesse culturale - ai sensi della Parte II del Codice dei Beni Culturali - del sito: non si può quindi non vedere come l'estensione della buffer zone nella fascia orientale sia coerente e necessaria, convergendo con gli altri strumenti normativi a nostra disposizione per salvaguardare l’integrità e l’identità del sito, anche in vista di ulteriori interventi dai cui potrebbe essere interessato”.